2494: Monte Cauriol - Lagorai

Non sempre riesco ad essere tempestivo e a prendermi quelle due/tre orette che, subito dopo una camminata, mi servono per scrivere (con fatica) il "percorso del giorno". Un esempio di questa dilazione è il racconto di quando sono salito al Monte Cauriol per la prima volta.

C'è da fare una piccola premessa. Per molto tempo lo avevo lasciato sullo sfondo. Il Cauriol fino a quel giorno, era il 29 Luglio 2018, per me era sempre stata La montagna, La cima - e non tanto per l'altitudine da raggiungere (2494m). Alla fin fine non è più alta di numerose altre vette del Lagorai. Per me era il simbolo della Montagna stessa perché da sempre, da quando ho iniziato a frequentare Caoria, lo vedevo svettare lontano, dietro a qualche casa ed albero sparuto. In una malinconica solitudine, completamente differente dalle montagne che, prospetticamente, gli sono vicine. A portata di sguardo, ma non ancora raggiunto a piedi. Per me il Cauriol rappresentava tutte le montagne, in un certo senso, proprio perché sin da piccolo l'avevo sempre vista lì e mai affrontata. Semplicemente perché non l'avevo ancora affrontata. Non c'erano altri motivi.

Il Cauriol innevato - sullo sfondo

Mi sono laureato a marzo 2018. A maggio ho dedicato due settimane circa a percorrere il Cammino di Assisi, da Dovadola ad Assisi (più di 350km). Giunta l'estate del 2018 sentivo il bisogno di affrontare, finalmente, quella vetta, il Cauriol. Mi sentivo anche discretamente pronto atleticamente, grazie ai km percorsi in Umbria, nonostante i mesi passati seduto di fronte a un pc o chino sui libri per studiare e completare la stesi.

La partenza, come al solito, è dal Rifugio Refavaie di Caoria. Era una giornata limpida e soleggiata, non faceva caldissimo anche se il sole picchiava deciso - come sempre in montagna. Dal Rifugio bisogna prendere la mulattiera in direzione "Malga Laghetti/Passo Sadole". Il primo tratto è un po' impegnativo perché la pendenza resta costante almeno fino alla Malga Laghetti, per raggiungere la quale ci si impiega circa 45min. Si cammina sempre in mezzo al bosco, su un sentiero ben battuto, talvolta infestato dalle erbacce ma ben evidente. 

Il primo tratto di mulattiera

D'estate, quando si raggiunge la Malga Laghetti ci sono spesso delle mandrie di asini e asinelli liberi di pascolare. Di sicuro mi sono fermato a scattare delle foto, fermandomi qualche minuto discutere con loro della dialettica trascendentale di Kant - non sapendo con chi farlo se non con loro. Dalla Malga Laghetti si continua sulla strada bianca, procedendo verso il "Passo Sadole" ed ignorando il cartello sulla sinistra che ci invita a deviare, sempre a sinistra, scendendo nel bosco per raggiungere il Lago Nero - un laghetto nascosto che si raggiunge in 15 min circa dalla Malga. Si avanza finché non si raggiunge la località "Sassoi" (1671m):


A questo punto, si prende il sentiero 320 che, molto piacevole, entra ed esce dal bosco con fare alternato. Come raccontato nel post sulla Cima Litegosa (qui: https://conipiediperterraa.blogspot.com/2019/09/salita-alla-cima-litegosa-lagorai.html), man mano che raggiungiamo i 2000m il bosco inizia a diradarsi. Mi colpisce sempre la presenza del Cauriol Piccolo, che sembra sbucare dal nulla quasi non fosse esistito fino all'attimo prima. A suo tempo, vedendo questa cima, pensavo fosse il Cauriol... mancava ancora un po' di strada, e a me un po' di esperienza:

Il Cauriol piccolo

In poco tempo si raggiunge la località "Busa Sadole" a 1915m, c'è anche un cartello a ricordarcelo, da dove è possibile intravvedere il Passo Sadole, poco lontano. La prima volta che sono salito al Passo Sadole, ero felicissimo: sentivo avvicinarsi sempre più la meta ed ero contento di essere giunto lì da solo (un piccolo Passo per l'uomo...). Ero talmente felice che ho sbagliato strada. Quando si arriva al P. Sadole (2066m) si incontra un cartello con varie indicazioni ma quelle per la cima del Cauriol sono "dietro". Non aspettandomi uno scherzo simile, ho proseguito dritto, scavallando il passo e andando in direzione, se non erro, "Baita Cauriol" - convinto che se c'era scritto "Cauriol" non potesse portarmi fuori strada. Dopo una decina di minuti tra rovine militari e sentieri intrapresi e subito lasciati sono tornato indietro, ritrovando il cartello e notando che erano comparse "miracolosamente" le indicazioni per la Cima Cauriol - Via Italiana: proprio quello che stavo cercando e che dovevo seguire.


In giallo da dove arrivavo e in rosso la direzione errata che avevo preso

A distanza di più di un anno purtroppo non ricordo benissimo l'andamento del sentiero da questo punto alla cima: pur essendo tornato al Passo altre volte, non ho più avuto modo di salire nuovamente in Cima. Sicuramente dal Passo alla vetta è un tratto impegnativo: ci sono circa 450m di dislivello e ricordo benissimo che in alcuni punti era anche un po' esposto e scosceso. Poco dopo il segnale per la "Via italiana", il sentiero porta ad un masso su cui sono scritte le indicazioni per raggiungere la cima: sentiero 302. Se si procede dritti, invece, si raggiunge il Comando militare italiano:

Seguire le indicazioni dipinte sul masso

Il sentiero inizia ad inerpicarsi sul pendio della montagna e costellato di diverse rocce un po' instabili, che a suo tempo mi avevano costretto anche ad avanzare a "quattro zampe" per evitare di sbilanciarmi e di perdere l'equilibrio. Probabilmente un mio difetto di fabbricazione. L'ultimo tratto di percorso prima della cima è un sentiero in cresta, con burrone a destra e sinistra. Nonostante io soffra di vertigini non ho memoria di particolari patemi d'animo:

Il sentiero prima della Cima

Superati gli ultimi gradoni di roccia - un po' impegnativi, in alcuni casi mi sono quasi dovuto arrampicare aiutandomi con le braccia per salire - si arriva finalmente in Cima. Non avevo mai raggiunto prima di allora un'altitudine simile da solo. Ero stato alla Tofana di Mezzo, 3244m, e al Paterno, 2644m. Di sicuro avevo già superato i 2500m assieme ad amici o in altre occasioni. Ma quello era, ed è, il Cauriol - la mia montagna, La montagna. Ero estasiato, fuori di me. In cima ho scattato qualche foto e letto le targhe in memoria dei caduti della Grande Guerra: circa in 20.000, tra italiani e austriaci, morirono sul Cauriol, molti dei quali per il freddo.


La croce di vetta

Avevo finalmente raggiunto il Cauriol. Penso sia esplosa in quel momento la mia dedizione per la montagna, una "tempesta dell'anima" (anche se Epicuro parlava di tempesta dell'anima - ὁ τῆς ψυχῆς χειμών -  in senso negativo) che da un anno e mezzo a questa parte continua a spingermi verso vette nuove e (s)conosciute, consapevole che sono tanti i Cauriol che devo ancora affrontare o semplicemente tornare a salutare.

Qui un breve video sull'escursione di quel giorno: https://www.youtube.com/watch?v=nTWIWb-tGPI

PS: camminata impegnativa - 21km tra andata e ritorno con circa 1500m di dislivello.

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