2163: Bivacco Coldosè - Lagorai

Per chi è un po' pratico di montagna, il bivacco è un riparo essenziale, spesso costituito da quattro pareti di lamiera rossa e dotato di qualche branda. Un rifugio di emergenza dove poter passare una notte al riparo dalle intemperie. Bene: il bivacco Coldosè non ha nulla da spartire con le lamiere rosse e le condizioni spesso un po' proibitive di un classico bivacco-standard.

Con questo breve pezzo vorrei raccontare della mia terza volta, quest'anno, al bivacco Coldosè, così da poter fornire, eventualmente, qualche indicazione a chi volesse raggiungerlo. Come sempre, sono partito dal Rifugio Refavaie, prendendo la strada che sale da dietro il rifugio in direzione Malga Fossernica. Era domenica 8 dicembre, faceva freddo -2°, ma il cielo era terso e limpido. Passato il primo tratto di mulattiera - di solito evito di fare i tornanti della forestale dato che allungano la strada non di poco la strada - si arriva ad un capitello; a quel punto, se si prosegue dritti si sale in mezzo al bosco, in direzione Malga Fossernica, mentre se si svolta a sinistra si prosegue sulla forestale, in direzione Forcella/Bivacco Coldosè - la meta.

Il primo tratto del percorso, fino a 1650m, non è bellissimo. Nonostante tutto, è stato più piacevole di quando avevo intrapreso questo percorso d'estate - più gradevole e suggestivo per la presenza della neve che attutisce tutti i rumori permettendo al torrente Coldosè, che per un primo tratto ci accompagna lungo il percorso, di fare sentire in modo vivace la sua voce. Bisogna stare attenti alle lastre di ghiaccio ma nonostante il rischio cadute-fragorose-a-terra il percorso è lineare e senza dislivello: basta seguire la strada. Si trova prima un cartello a 1350m (località "Sass Taià") poi un altro a 1450m circa (località "Val Fossernica"). In tutti e due i casi bisogna seguire le indicazioni per "Forcella Coldosè".

5min dopo il secondo cartello, specialmente con la neve, bisogna fare un attimo di attenzione perché ci si prospetta innanzi un bivio che non risulta segnalato - o meglio, il cartello con le indicazioni si trova ad una decina di metri, nascosto tra la boscaglia. In ogni caso, bisogna svoltare a destra:

Svoltare a destra

Si rimane sempre sullo stesso tracciato (sentiero 349) finché, dopo qualche salita e qualche tornante, non troviamo sulla destra un cartello con delle indicazioni: località "Campigol de Solai", 1650m. Solo a questo punto ho iniziato la mia escursione su neve. Si abbandona la forestale e si inizia a faticare su un sentiero che si immerge gradualmente nel bosco. Sinceramente, soprattutto all'inizio, ero un po' spaesato perché mi mancavano diversi punti di riferimento. Fortunatamente, alcuni alberi presentano un segnale rosso o addirittura il numero del sentiero. Il primo tratto è un po' impegnativo perché molto pendente e la neve in questo periodo è alta ed è facile scivolare, ruzzolando giù di qualche metro. 

Si avanza, a fatica, finché non si raggiunge un nuovo cartello: località "Coldosè di Dentro", 1805m. A sinistra, in 2.30h (senza neve!!) si raggiunge il Passo Sadole. Per il Coldosè bisogna svoltare a destra. Pian piano il sentiero si sposta sul versante della montagna e il bosco si apre un po' sulla nostra destra, lasciandoci ammirare le montagne. 

La forcella da raggiungere (la prima V sulla sinistra)

Con la neve lo spettacolo è assicurato - ho avuto la fortuna di intoppare una bella giornata di sole, limpidissima e senza nuvole. Si vede anche il (mio adorato) Cima d'Asta! 

Cima d'Asta

Passo dopo passo, e dopo aver superato alcuni punti un po' pendenti e scivolosi - indossare i ramponi mi avrebbe aiutato - si inizia ad intravvedere l'ultima parte del percorso, la più impegnativa. Bisogna salire in un primo momento ad una sorta di forcella, niente di difficile, e da lì attraversare il "prato" del Coldosè. 

Il "prato" del Coldosè

D'estate è molto piacevole camminare in questo vero e proprio prato: pianeggiante, con una lieve pendenza, verde e rigoglioso, circondato a sinistra e destra da montagne poco lontane ed attraversato da qualche ruscello agitato. Un locus amoenus! D'inverno è una traversata impegnativa su neve, con vista costante sul bivacco che non si avvicina mai e che anzi sembra invece voler indietreggiare e nascondersi. Quelle leggere pendenze estive, con due metri di neve, diventano vertiginose in un certo senso. Avanzare è molto impegnativo e dispendioso. Penso di aver impiegato 45 minuti per fare questo ultimo tratto!

Il bivacco, tuttavia, è meraviglioso. Tutto in legno, è molto ospitale e confortevole. Ci sono 10 posti letto, 4 dei quali su soppalco, e una stufa a legna che si può usare anche per cucinare. C'è la luce che funziona grazie ad un pannello solare e volendo si può anche ricaricare il telefono (se c'è stato sole e la batteria di accumulo ha immagazzinato un po' di carica). Non mancano le scorte di cibo e un tavolo spazioso.

Entrata del bivacco

La vista che si ha dal bivacco è questa, faccio prima ad inserire una foto dato che le parole non sarebbero mai sufficientemente calzanti:

Cima d'Asta visto dal Bivacco Coldosè

Poco più sopra, a 2183m, c'è la forcella Coldosè - sotto la quale si trova il lago delle Trote.

Ho impiegato 3.30 ore, con 15 min di pausa, per raggiungere il Coldosè dal Rifugio Refavaie con queste condizioni (neve e un po' di ghiaccio). Il percorso è un po' impegnativo: da 1116m a 2163m, con 8km di sola andata.

Questo invece il video dell'escursione: https://youtu.be/0DNw4SpGCZA

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